IO VIVO SULLA DUNA
LEGAMBIENTEPAESTUM
La spiaggia, ad un occhio poco attento appare solo come una distesa di sabbia, in realtà è un complesso ecosistema, in cui vive una vegetazione in condizioni estreme in grado di sopportare la salinità elevata e l’azione erosiva del vento e della sabbia. Questa vegetazione, chiamata Psammofila (dal greco "psammos" -sabbia- e "filos" -amico-) non si limita al consolidamento della duna e alla protezione degli ambienti retrostanti, offre anche un habitat ottimale per alcuni organismi. A questo tipo di vegetazione appartiene il giglio di mare (nome scientifico Pancratium maritimum). Il giglio di mare è una delle piante più belle dei litorali sabbiosi che d'estate si fa riconoscere per i suoi vistosi fiori bianchi e per l'intenso profumo che emana tutte le sere all'imbrunire. In Italia è una specie rara, divenuta tale, a causa della rarefazione continua del suo habitat.
La duna vive solo grazie alla vegetazione presente lungo il litorale. Purtroppo il calpestio, frequente soprattutto nei mesi estivi, innesca fenomeni erosivi, perché distrugge l'apparato radicale delle piante, che non riescono più a trattenere efficacemente la sabbia, in più, l'attraversamento disordinato contribuisce alla diffusione di specie vegetali estranee.
In assenza di disturbo, la duna si consolida sempre più, frena il vento che proviene dal mare e fa accumulare la sabbia. Con il tempo questo processo permette alla spiaggia di avanzare verso il mare e di formare nuove dune che verranno a loro volta colonizzate dalle piante.
Piante e sabbia sono quindi tra loro complementari: se viene eliminata la sabbia la pianta muore e se le piante vengono rimosse la sabbia viene trasportata in altri luoghi.
giglio di mare
Io vivo sulla duna intende far conoscere la ricchezza, la bellezza, e l’importanza dell’ecosistema costiero. Da diversi anni attraverso un’informazione corretta, cerchiamo di impedire, soprattutto durante la stagione estiva che il mare, la spiaggia, la duna, la macchia e le creature che popolano questi luoghi siano messi a rischio da comportamenti irrispettosi o inconsapevolmente distruttivi. Quello che proponiamo è un percorso che consente di costruire un quadro chiaro di un ambiente importante come quello costiero e del funzionamento di un ecosistema. Bisogna conoscere per poter tutelare.
Echinophora spinosa
Diotis maritima
Eryngium maritimum
Calystegia soldanella L.
Euphorbia paralias
Cyperus kalli
Pancratium maritimum
Knautia arvensis
Agropyron junceum
Ammophila arenaria
Centaurea sphaerocephala L.
Matthiola sinuata
Nel novembre del 2005 è partito il monitoraggio dell’area dunale. A tale scopo si è dotata la duna costiera di paline (in numero di 70) che consentono di misurare, con la precisione al cm, le variazioni orizzontali e verticali (altimetriche) della duna stessa.
Dai primi dati possiamo affermare che la duna è “cresciuta” in particolare si è avuta una forte variazione in positivo (deposizione di sabbia) sul lato ovest (più vicino al mare); invece sulla zona delle creste (zona centrale) e quella più interna le variazioni sono anche di segno negativo (erosione), ma globalmente si può affermare che c’è stato un sostanziale equilibrio (variazioni dell’ordine dei millimetri).
Una sostanziale variazione si è avuta anche in senso orizzontale: si nota in questo periodo un avanzamento della vegetazione psammofila verso il mare con aumento quindi dell’area dunale.
Quindi in definitiva nell’arco di circa 9 mesi passando dalla stagione autunnale-invernale a quella estiva si è verificato un aumento notevole del volume di sabbia; sabbia che verrà utilizzata come riserva per la successiva stagione autunnale-invernale.
Da quanto osservato si capisce come sia importante la tutela dell’ambiente in zone costiere.
Infatti, chiunque può benissimo osservare che, laddove non esiste una protezione delle dune (vedi aree al di fuori dell’oasi) l’erosione marina è avanzata con gravi danni alle zone immediatamente retrostanti nonché all’economia dell’area che si basa molto anche sul turismo balneare.
Per permettere ai visitatori dell’oasi di vedere da vicino alcune specie della duna senza calpestarla e danneggiarla, abbiamo creato il Dunario.
Attualmente il dunario comprende 12 piante di cui 11 sono amiche della sabbia, una invece è un’aliena si chiama Knautia arvensis negli ultimi tempi particolarmente invadente per l’eccessivo passaggio dei frequentatori del mare che attraversando la duna per raggiungere la spiaggia diffondono (inconsapevolmente) attraverso le scarpe semi di specie non del luogo.
Pannello psammofile.pdf (136 KB)
Pannello oasi.pdf (1,1 MB)
Il monitoraggio è a cura di Natale Munafò, geologo siciliano e socio del nostro circolo.