OASI di LEGALITA’

LEGAMBIENTEPAESTUM

 

Un po' di anni fa, ci viene l'idea di adottare il tratto di litorale che corrisponde alla città antica di Paestum, ancora salvo da occupazioni di stabilimenti balneari. È un pezzo di territorio molto interessante, c'è la duna con la sua vegetazione, c'è la macchia mediterranea, c'è la pineta. L'area è degradata, è una discarica di rifiuti, è un parcheggio, è anche pista per jeep e motorini. Il primo passo sarà quello di ripulire l'area con il lavoro volontario di tante persone. Successivamente otteniamo, con non poche difficoltà, il sostegno dell'istituzione comunale. Così nasce l’oasi dunale: una discarica, si trasforma in un’area protetta in un laboratorio all’aria aperta dove studiare le dinamiche della vegetazione, al quale hanno partecipato centinaia di giovani.

Grazie alle dune “ritrovate” la città di Posedonia-Paestum riconquista l'antico rapporto con il suo mare che rientra nell’idea progetto di parco archeologico diffuso. Ma si scontra con gli abusi edilizi perpetrati nell'ambito della fascia di inedificabilità della legge 220/'57, una legge lungimirante concepita dall'intellettuale e archeologo Umberto Zanotti Bianco (fondatore della storica associazione Italia Nostra) confinato dal fascismo a Paestum e scopritore insieme a Paola Zancani Montuori del Santuario di Hera Argiva alla foce del fiume Sele.  

A qualcuno però l’idea non piace, infatti l’oasi subisce numerosi “attentati”: ingressi devastati, teatrino danneggiato, staccionate divelte, info-point abbattuto. E poi cartelli del percorso didattico spariti, altri distrutti, e non pochi i danni alla macchia mediterranea. Appetiti speculativi mirano a realizzare anche in questo pezzo di litorale ulteriori affari. Noi non ci scoraggiamo e otteniamo le concessioni demaniali per le quali paghiamo allo Stato dal 2003 un canone annuo di cinquemila euro.

L'estate del 2006 però, è accaduto l'inimmaginabile, il 19 luglio una parte dell'oasi viene sequestrata dai forestali per abusivismo. In pratica un laboratorio di esercizio alla legalità viene accusato di illegitimità.

Per rimettere "le cose a posto" ci sono volute due sentenze del tribunale del riesame che hanno riconosciuto l'insussistenza dei reati contestati e la piena titolarità e legittimità dell'azione svolta da Legambiente Paestum nell'oasi dunale.